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«Io, da sempre, ho avuto una sola chiave che apre una sola porta. E così ho dovuto navigare per tutto questo secolo miserabile con una sola chiave...» Vagando per le vie di Parigi alla ricerca della memoria che lo sta abbandonando, un immaginario Emil Cioran è perseguitato dai fantasmi del passato e dalle scocciature del presente. Nel Jardin du Luxembourg, negli uffici della Prefettura o nella clinica Broca dove è ricoverato nei suoi ultimi anni, l'anziano Cioran porta in tasca una chiave, che chiude solo alcuni "armadi" senza aprire nessuna porta: è forse la chiave della celebre "piccionaia" di rue de l'Odéon? O quella che consente di regolare i conti con la propria vita? Nella pièce "Mansarda a Parigi con vista sulla morte" assistiamo a una sequenza cinematografica di sguardi su situazioni che rivelano le contraddizioni di un "personaggio" che, a dispetto di un'opera apparentemente enfatica nel suo tentativo di andare, sulle tracce di Nietzsche, «oltre l'uomo», si rivela invece molto umano e anche, molto spesso, comico. Un «omaggio soggettivo» e un periplo allegorico e commovente, fantastico e beffardo, ideato da uno dei più importanti drammaturghi contemporanei, Matei Vi?niec.